Effetti della Radiazione Luminosa Blu
I pericoli della radiazione vista blu sono oggetto di numerose pubblicazioni, sia per la comunità scientifica che per il pubblico in generale.
La diffusione crescente di fonti di luce che emettono luce blu, potenzialmente tossici (415-455nm), varia dai LED (Light Emitting Diodes) nelle lampade per illuminazione interna, agli schermi televisivi, computer, tablet digitali e smartphone che utilizzano le tecnologie OLED (Organic Light Emitting Diode) o AMOLED ( Active-Matrix Organic Light Emitting Diode).
Le radiazione viste blu trasmettono un maggior contributo energetico rispetto a tutto lo spettro elettromagnetico della radiazione visibile, e molte pubblicazioni di studi statistici hanno evidenziato che le lunghezze d’onda più corte potrebbero essere particolarmente dannose per la retina e che l’eccessiva esposizione alle radiazioni viste blu possono essere responsabili di conseguenze clinicamente rilevanti.
Sebbene le corte lunghezze d’onda ricoprano un ruolo fondamentale nella regolazione del ritmo circadiano, l’eccessiva esposizione e l’eccessivo utilizzo di device può essere causa di sintomi visivi quali affaticamento, sindrome VDT e discomfort visivo.
Molti ricercatori sono impegnati per individuare se è possibile ridurre questa sintomatologia utilizzando lenti oftalmiche che bloccano il passaggio alla radiazione vista blu. Ayaki et al. hanno indicato, in un recente studio, che le lenti ad assorbimento della radiazione percepita blu migliorano la luce blu e fatica oculare qualità del sonno e incrementano la secrezione di melatonina, oltre che migliorare il comfort visivo, in soggetti che utilizzano il computer alla sera.
La pubblicazione a cui facciamo riferimento ha valutato le risposte di 36 soggetti, con lo scopo di confrontare se gli effetti sulla visione di lenti più selettive per il “blu” abbiano maggiori effetti sul comfort e sui sintomi visivi, rispetto a lenti con bassa o nessuna selettività della radiazione vista blu, in soggetti impiegati al computer per 2 ore. I sintomi visivi e le impressioni soggettive sono state valutate attraverso la somministrazione di un questionario di 15 domande, proposto prima e dopo l’impiego al computer. Invece l’affaticamento visivo è stato valutato presentando ai soggetti, dopo l’uso del PC, un test per il rilevamento della frequenza critica di fusione per la retina centrale con diverse frequenze e registrando le soglie sia in aumento che in riduzione del “fliker”.
E’ stato proprio questo test a dare i risultati più significativi in quanto i soggetti, che avevano in uso lenti con alta selettività per il blu, hanno mostrato risposte più positive e questo potrebbe indicare un minor affaticamento visivo rispetto a chi aveva in uso le altre 2 tipologie di lenti.
Commento di Salvatore Pintus – Optometrista – visualizza cv
all’articolo Short-Wavelength Light-Blocking Eyeglasses Attenuate Symptoms of Eye Fatigue Investigative Ophthalmology & Visual Science, January 2017, Vol.58, 442-447